Sono stati riconosciuti del reato di rapina e lesioni personali in concorso nei confronti di un anziano. I fatti per i quali sono stati processati, col rito abbreviato, risalgono all'ottobre del 2015, e si verificarono nel quartiere di San Michele. A Pecoraro il giudice ha sospeso il beneficio della condizionale che gli era stata concessa in un altro procedimento. L'anziano, uscendo di casa, aveva appena avuto da ridire sul fatto che i due giovani, dopo aver bevuto del liquore vicino alla sua abitazione, avevano gettavano per terra i bicchieri di plastica, abbandonando addirittura la bottiglia davanti la porta d'ingresso. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, i due, dopo essersi inizialmente allontanati, tornarono sui propri passi, non esitando ad aggredire e a colpire ripetutamente l'anziano, strappandogli la collanina d’oro che portava al collo e fuggendo. Da quell'aggressione la vittima subì vari traumi al volto e agli arti superiori. Per risalire e rintracciare i due giovani, oltre che della testimonianza diretta dell'anziano i Carabinieri si sono avvalsi anche di sofisticate analisi, affidate ai carabinieri del RIS di Messina i quali acquisirono ed esaminarono, in particolare, alcuni mozziconi di sigaretta fumati dal Pecoraro e una bottiglia di plastica dalla quale aveva bevuto Barone. Analisi che consentirono di risalire al profilo genotipico di Pecoraro e Barone, già noti alle forze dell'ordine per reati simili commessi in passato. I difensori dei due giovani avevano chiesto l'assoluzione, mentre il Pm Michele Marrone aveva chiesto una condanna più severa, a 4 anni di reclusione. La vicenda, come si ricorderà, generò vasta eco, rilanciando i temi della sicurezza e della necessità di tutelare di più i soggetti più deboli, a partire proprio dagli anziani.