a conclusione del processo, celebrato con il rito abbreviato che si è concluso ieri al Tribunale di Palermo. Gli anni di carcere sono stati inflitti in continuazione con precedenti condanne. Per Sutera il Pubblico Ministero Alessia Sinatra della Direzione Distrettuale Antimafia aveva chiesto la condanna a 20 anni.
Oltre al boss sono stati condannati rispettivamente a tre anni di reclusione i sambucesi Maria Salvato di 45 anni fioraia, Vito Vaccaro di 57 anni che avrebbe accompagnato Sutera nei suoi spostamenti e l’imprenditore Giuseppe Tabone di 58 anni. Sarebbero stati loro ad aiutare Sutera ad eludere i controlli, tenendolo costantemente informato sulla presenza di telecamere e altre apparecchiature utilizzate dalle forze dell’ordine, ma anche a garantirgli mezzi e risorse sia per gli spostamenti, sia per le riunioni . L’operazione che aveva portato al loro arresto era stata messa a segno nel 2018. L’ordinanza di custodia cautelare era stata notificata a Leo Sutera nel nel reparto detenuti dell’ospedale Civico di Palermo per il reato di associazione per delinquere di tipo mafioso. Agli altri tre sambucesi era stato contestato il favoreggiamento personale aggravato dall’avere agevolato l’attività di Cosa Nostra. L’indagine iniziata nel 2015 aveva consentito di ricostruire gli interessi criminali di Sutera che avrebbe continuato a impartire direttive attraverso la costante partecipazione a riunioni e incontri con altri esponenti mafiosi al fine di gestire appalti e opere pubbliche. Il provvedimento di fermo si rese necessario a fronte di alcune intercettazioni dalle quali emergeva la volontà del boss di allontanarsi dalla Sicilia.