disposto l'immediata scarcerazione nei confronti di Viorel Frisan, di 37 anni, che era finito in manette relativamente ad un presunto giro di prostituzione tra le campagne di Menfi e Gibellina. La vicenda, come si ricorderà, avrebbe coinvolto una minore. Secondo le accuse, la ragazzina sarebbe finita, suo malgrado, in un brutto giro di prostituzione, costretta dalla madre che l'avrebbe fatta prostituire, stando alle indagini, con persone di età compresa tra i 18 ed i 69 anni. I cinque arrestati sono accusati di induzione alla prostituzione minorile, sfruttamento e favoreggiamento della stessa, violenza sessuale ed atti sessuali con minorenne.
Restano in carcere, oltre alla madre, i presunti clienti, Pietro Civello, 60 anni di Gibellina, Calogero Friscia, 25enne di Menfi, Vito Sanzone, 43 enne di Menfi e Vito Campo, 69enne di Menfi. Come detto, Viorel Frisan, invece, è stato scarcerato. Attualmente si trovava agli arresti domiciliari. Decisive sarebbero state le dichiarazioni della stessa vittima che avrebbe escluso la partecipazione del romeno ai fatti contestati. Nell’udienza preliminare, la ragazzina ha in pratica confermato le accuse e le violenze subite parlando per 7 ore, scagionando, però, Frisal che non l'avrebbe mai nè toccata nè molestata. Al posto di Frisal, la giovane vittima avrebbe indicato un altro uomo, ancora oggi sconosciuto e non individuato, che l'avrebbe molestato ed abusato.
Il prossimo 9 settembre, nell’ambito dell’incidente probatorio, vi sarà l’esame del perito nominato dal giudice per stabilire l’attendibilità e la maturità della ragazzina, allontanata da casa della madre già dal 2017 quando sono cominciate le indagini. Secondo la Procura della Repubblica di Palermo la madre per gli incontri chiedeva dai clienti, a secondo della “prestazione”, dai 30 ai 200 euro. Gli abusi sarebbero avvenuti presso case di campagna o addirittura all'interno di un ovile.
L’attività dei Carabinieri prese spunto da un controllo notturno effettuato da una pattuglia nel dicembre 2017 lunga la Statale 624 nei pressi di Sambuca di Sicilia. A bordo dell'auto, i militari dell'Arma trovarono un 60enne di Gibellina e una 13enne, non parenti tra di loro. Da lì, poi, si giunse agli arresti di marzo.