il natante che ha trasportato la dozzina di migranti provenienti dall'Africa e sbarcati ieri sera tardi sulla spiaggia di Renella. La barca si trovava poche miglia al largo della costa, e adesso è sotto sequestro da parte della procura della Repubblica per gli accertamenti di rito.
A far scattare l'allarme ieri sono stati alcuni cittadini di passaggio, automobilisti e non, che improvvisamente sul loro cammino si sono imbattuti in un gruppo di esseri umani, di pelle scura, che a passo svelto cercavano probabilmente di disperdersi sul territorio. Immediato però è stato l'intervento dei Carabinieri della compagnia di Sciacca, comandati dal capitano Marco Ballan. Il bilancio finale è di undici persone intercettate e fermate: tutti uomini. Ai militari hanno dichiarato di essere di nazionalità tunisina. Trasferiti nei locali della compagnia, sono stati rifocillati e idratati. Stamattina sono stati sottoposti a visita medica. Il loro destino adesso è nelle mani della Questura di Agrigento. Potrebbero essere trasferiti al centro di accoglienza di Porto Empedocle, potrebbero essere anche rimpatriati, evidentemente si valuteranno tutte le eventuali istanze di asilo. Sono tutte questioni burocratiche che naturalmente non sono secondarie rispetto alla questione umanitaria.
Carabinieri e militari della Guardia costiera non escludono che altre persone possano aver viaggiato sulla medesima imbarcazione, riuscendo a sfuggire alle forze dell'ordine. Ricerche proseguite per tutta la notte, malgrado la difficoltà delle ore notturne. Per ore, oltretutto, non c'è stata traccia del natante. Fonti ufficiose riferiscono che le dimensioni inducono a pensare che ad occuparlo non possa essere stata che appena una decina di persone, e che quindi potrebbero non esserci altri passeggeri non individuati. Accertamenti tuttavia sono naturalmente ancora in corso per cercare di capirne di più.
Uno sbarco, quello di ieri a Renella, che fa il paio con quello dello scorso 12 agosto avvenuto sulla costa di Muciare. Anche in quel caso una piccola imbarcazione, lasciata incustodita col motore ancora acceso, era stata rinvenuta a pochi metri dalla battigia. Si sarebbe poi scoperto che sul natante viaggiavano circa una ventina di esseri umani che, sottocosta, hanno raggiunto la riva disperdendosi poi sulla terraferma. Vicenda dalla quale è scaturito l'arresto di un uomo, probabilmente ritenuto lo scafista. Imbarcazione quella che, peraltro, si trovava fino a ieri ancora al largo della costa di Muciare.
Un territorio, quello di Sciacca, che dopo un periodo di calma apparente è tornato ad essere meta privilegiata (ovviamente si fa per dire) di quelli che la vulgata giornalistica riconosce come “sbarchi fantasma”, ovverosia i piccoli natanti che nel mezzo del dibattito e delle polemiche sulle ONG riescono comunque a raggiungere ugualmente la terraferma, soprattutto nel periodo estivo, lasciando a terra piccoli gruppi di persone. Una condizione che induce le autorità a battere la costa, con mezzi e personale disponibili (ossia ben pochi) per intercettare per tempo eventuali ulteriori tentativi di approdo.