quello del 23 novembre scorso, è stata data nelle scorse ore dai sindaci di Montevago e Santo Stefano Quisquina. Non è la prima volta che i comuni agrigentini vengono chiamati a fare la propria parte, nell'ambito di una emergenza umanitaria che vede migliaia di esseri umani che se lasciano la propria terra per traversate che, purtroppo, troppe volte sono senza approdi, non lo fanno certamente perché hanno voglia di avventura, ma perché evidentemente vivono male, e non è strettamente necessario che debbano essere costretti a fuggire da una guerra.
Ieri mattina c'è stata una cerimonia nella chiesetta del cimitero di Santo Stefano per due delle salme accolte dal piccolo comune agrigentino. Due donne, di possibile età compresa (così hanno detto i medici) tra i 16 e i 25 anni. Il parroco don Giuseppe ha dato loro i nomi di Maria e Concetta. “Siamo la loro famiglia”, ha poi aggiunto. Sono stati numerosi, per tutta la giornata di ieri, i cittadini stefanesi che hanno reso omaggio alle due vittime del naufragio. Così al nostro Telegiornale il sindaco di Santo Stefano Francesco Cacciatore.
Si è svolta questa mattina, invece, a Montevago (anche qui al cimitero) la commemorazione ad altre tre giovani vittime del naufragio dello scorso 23 novembre. “Purtroppo – ha detto Margherita La Rocca Ruvolo - il Mediterraneo continua ad essere un luogo di morte anziche’ un ponte di vita. Il nostro comune ha dato disponibilita’ alla prefettura per la sepoltura”.