mafiose nell'ambito di una mafia rimasta unitaria e con impostazione verticistica. Questa l'analisi sulla mafia della provincia di Agrigento della Direzione Investigativa Antimafia nell'ambito dell'ultima relazione semestrale presentata in Parlamento negli ultimi giorni. Agrigento, Burgio, Belice, Santa Elisabetta, Cianciana, Canicattì e Palma di Montechiaro, questi i 7 mandamenti, con la famiglia mafiosa di Sciacca inserita a pieno titolo nel mandamento del Belice. Il contesto criminale della provincia di Agrigento – scrive la DIA - continua ad essere caratterizzato dalla presenza dominante di Cosa Nostra, che monopolizza la gestione delle più remunerative attività illegali e condiziona ancora pesantemente il contesto socio-economico, già duramente messo alla prova da un perdurante stato di crisi”. Nonostante i molteplici arresti, la mafia agrigentina viene descritta ancora come solida e come legata sia ad attività criminali storiche sia ad attività delinquenziali, per così dire, più moderne.
Un territorio che subisce tuttora l'influenza del boss latitante Matteo Messina Denaro, il cui potere e prestigio riesce ancora a far breccia, come testimoniano recenti inchieste ed arresti, in particolar modo nel Belice e a Sambuca di Sicilia. Passano anche dalla provincia di Agrigento fiumi e fiumi di droga, soprattutto hashish e cocaina, cosa che certifica sia il potenziale criminale di questo mercato sia, purtroppo, il numero sempre più cospicuo di consumatori. “Un ruolo minore, ma comunque di rilievo – prosegue la relazione – viene occupato dalla Stidda, originariamente parte scissionista di Cosa Nostra, ma che oggi fa affari con quest’ultima. L’influenza della Stidda è presente soprattutto nei territori di Palma di Montechiaro, Porto Empedocle, Naro, Favara, Canicattì, Campobello di Licata, Camastra, Bivona e Racalmuto. Non mancano i rischi d'infiltrazione mafiosa in diversi settori: agricoltura, agroalimentare, energie rinnovabili, rifiuti e politica con le gestioni commissariali che proseguono nei Comuni di Camastra e di San Biagio Platani. Inoltre, la Prefettura ha emesso provvedimenti interdittivi antimafia per infiltrazioni mafiose nei confronti di imprese ubicate in diversi comuni della provincia e operanti nel settore edile ed agricolo. Anche nel semestre, infine, si sono registrate numerose intimidazioni, tramite danneggiamento o minacce, nei confronti di rappresentanti delle Istituzioni.