già condannato con l’accusa di essere stato il successore di Giuseppe Falsone al vertice di Cosa Nostra provinciale, è socialmente pericoloso e deve essere sottoposto alla sorveglianza speciale. Chiesti cinque anni di misura di prevenzione, il massimo previsto dalla legge. La richiesta è stata formulata ieri durante l'udienza che si è tenuta al tribunale di Agrigento. Non solo. Oltre alla misura restrittiva, il Pm Sinatra ha chiesto ai danni di Sutera anche la confisca dei beni che erano stati sequestrati lo scorso dicembre dalla Guardia di Finanza, per un valore complessivo di circa 400 mila euro.
Tra questi beni, come si ricorderà, c'è anche un villino a Sambuca di Sicilia, vari appezzamenti di terreno, quote societarie di un esercizio commerciale sito a Sciacca, alcuni cavalli gestiti presso un maneggio di Sambuca, conti correnti e libretti riconducibili a Sutera, alla moglie ed ad altri familiari. Al centro dell'udienza anche l'appartenenza del sambucese alla cosca mafiosa: per i difensori di "u prufissuri", Leo Sutera avrebbe interrotto i propri legami con la mafia dopo aver scontato la pena inflittagli a suo tempo con il processo "Cupola", mentre, secondo gli inquirenti, non solo Sutera avrebbe continuato ad essere il punto di riferimento per tutte le famiglie mafiose dell’Agrigentino fino al 2012, allor quando poi scattò l’operazione “Nuova Cupola”, ma sarebbe tuttora socialmente pericoloso.