(da Sanfratello, nel Messinese, a Calamonaci, nell'Agrigentino) procedono con appelli pubblici in ordine sparso nei confronti di tutti quei loro concittadini, soprattutto studenti, che in queste ore stanno lasciando le zone del nord Italia, comprese quelle focolaio del Coronavirus, per tornare dai propri cari in Sicilia. L'invito è a mettersi in quarantena volontaria, per evitare contagi. Contagi possibili, peraltro, come rivelano le cronache, anche da soggetti senza alcun sintomo. È, questo, uno dei motivi che ha indotto il presidente della Regione Nello Musumeci a convocare un tavolo urgente con la Protezione civile regionale per stabilire misure di prevenzione che siano omogenee ovunque, senza sostanzialmente lasciare ogni sindaco libero di decidere per come crede. Anche se ogni sindaco, giustamente, tende a fare il proprio dovere. "Siamo chiamati a rispettare – ha detto Musumeci - un protocollo nazionale, che è quello definito dalla Protezione civile, che ha ed esercita un controllo particolare sulle persone in arrivo in porti e aeroporti. Siamo già pronti – continua - per affrontare una condizione di emergenza", ha detto il presidente della Regione Siciliana.
Una situazione che dunque non può essere certamente liquidata come il frutto di una psicosi collettiva, perché quello che sta succedendo in Italia (non a caso il terzo paese al mondo per contagi) genera ormai grosse preoccupazioni. Certo, non si può negare che la psicosi incida nella diffusione di falsi casi, se non di autentici procurati allarmi, come quello che si è verificato nelle scorse ore ad Agrigento. Appare sempre più inevitabile dunque che il virus prima o poi arrivi anche dalle nostre parti. L'orientamento di massima della Regione mira a creare due grossi centri, uno per la Sicilia occidentale e l'altro per la Sicilia orientale, dove curare gli eventuali casi di Coronavirus. E mentre il sindaco di Agrigento Lillo Firetto ha annullato la Sagra del Mandorlo in fiore (manifestazione che peraltro si incentra proprio sulla presenza di gruppi folkloristici provenienti da ogni parte del mondo), ieri sera durante la santa messa l'arciprete don Giuseppe Marciante, al momento del segno di pace, ha suggerito ai fedeli di non stringersi la mano. Anche questo episodio la dice lunga sulla situazione che si sta venendo a determinare. Insomma: non è necessario essere stati in Cina per potere essere contagiati. Nell'attesa che i ricercatori individuino un rimedio alla diffusione del virus, quello che bisogna fare è di prestare attenzione. E se le mascherine sono andate esaurite, in questa fase è meglio evitare contatti troppo stretti, a partire dall'abitudine tutta siciliana di baciarsi, ed è meglio lavarsi accuratamente le mani. Una questione, per come è diventata, che ha già generato l'annullamento delle gite scolastiche (ora è un obbligo contenuto in un decreto legge, e non più una scelta come quella compiuta nei giorni scorsi dalle dirigenti del Liceo classico e del Primo circolo di Sciacca) e l'invito a non frequentare luoghi affollati.