I tre contagiati dal Coronavirus hanno generato a cascata una serie di provvedimenti ufficiali, tra cui la chiusura di scuole e università almeno fino a lunedì prossimo, nella speranza, ovviamente, che entro quel giorno la situazione di allarme sociale generato dall'emergenza nazionale tuttora in atto possa in qualche maniera rientrare o fornire indicazioni in qualche misura più rassicuranti. Mentre si valuta l'ipotesi di lezioni scolastiche a distanza, tramite Internet, l'Università ha dovuto sospendere le lezioni, rimandandole al prossimo 9 marzo.
Il presidente della Regione Nello Musumeci ha fatto sapere che il provvedimento di chiusura delle scuole potrebbe anche riguardare il resto della Sicilia, che si sta valutando questa opportunità, ma che al momento non c'è alcun provvedimento che vada in tale direzione.
La situazione insomma viene definita “sotto controllo”. Eppure nessuno è in grado di stabilire se, nelle altre città siciliane, ci siano possibili contagiati (possono essere anche asintomatici) che a loro volta possano diffondere il Covid-19.
Nei giorni scorsi sono stati decisamente numerosi studenti e lavoratori residenti nel nord Italia, comprese le zone circoscritte come “focolaio” della diffusione del virus (dal Lodigiano al Veneto) tornati a casa, dalle loro famiglie. Auspicando naturalmente che queste persone, che magari e ce lo auguriamo saranno tutte perfettamente sane, si siano consegnate almeno ad una quarantena volontaria.
Ma intanto è evidente come, nel clima di psicosi che si è venuto a generare succeda ormai di tutto e, soprattutto su whatsapp, si rincorrano ora dopo ora anche le fake news, ovverosia situazioni di presunti casi sospetti che, però, non hanno riscontri. Al momento infatti in Sicilia i casi acclarati e registrati dalla Protezione civile nazionale sono ancora 3.
C'è poi la rincorsa febbrile alle notizie che riguardano il regolare funzionamento di uffici e soprattutto scuole. Diverse aule in tutti i centri, compresa Sciacca, sono più o meno volontariamente decimate. Non c'è dubbio che in una situazione di emergenza oggettiva, come quella che si sta vivendo, poi si rischi di esagerare, ed è perfino inutile tornare a parlare del bizzarro assalto ai supermercati, così come non aiuta nemmeno il complottismo, come quello di chi ha scoperto che il Coronavirus esiste da anni e se ne parla da tempo, tralasciando però il fatto che quello scoperto è solo uno dei ceppi collegabili ad esso.
La cosa più sensata da fare, per chi accusasse sintomi collegabili all'infezione (disturbi alle vie respiratorie, tosse e febbre), è quella di rivolgersi, ma solo telefonicamente, al proprio medico di famiglia, o contattare il numero telefonico nazionale 1500 messo a disposizione dal ministero della Salute, che valuterà l'esigenza di un prelevamento fisico direttamente a casa con ambulanza speciale. Dunque la raccomandazione più importante è ad evitare di recarsi al pronto soccorso, perché si rischierebbe solo di contaminare luoghi accessibili a persone con problemi diversi.