Lo dimostra l’istanza di scarcerazione avanzata dall’avvocato Salvatore Pennica per il saccense Antonello Nicosia, in carcere dal 4 novembre del 2019 con l’accusa di associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione denominata “Passepartout”. Istanza di scarcerazione che è stata respinta dal Gip del Tribunale di Palermo Annalisa Tesoriere dopo il parere contrario espresso dal PM Francesca Dessì. La richiesta scaturiva dall’eccezionalità degli eventi legati all’emergenza Coronavirus e dalla necessità di tutelare la salute dell’indagato. Antonello Nicosia è detenuto nel carcere di Voghera, in provincia di Pavia, tra le più a rischio contagio. L’istanza del legale di Nicosia faceva riferimento anche all’isolamento della corrispondenza per la chiusura dell’ufficio postale del carcere dove il saccense è rinchiuso.
Il Gip del Tribunale di Palermo ha rigettato l’istanza di scarcerazione per l’emergenza Coronavirus in quanto non si tratta di ipotesi che lo prevede, ma di una circostanza che, al massimo, può essere valutata dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per un eventuale trasferimento in altro istituto.
Proprio lo scorso mese la Procura di Palermo aveva notificato l’avviso di conclusione dell’indagine per le persone coinvolte nell’operazione antimafia. Si tratta della parlamentare Giusy Occhionero e dei saccensi: Antonello Nicosia, Accursio Dimino, Massimiliano Mandracchia e i fratelli Luigi e Paolo Ciaccio