Appello i giudici di Palermo hanno ridimensionato alcune delle condanne emesse in primo grado. 11 gli imputati alla sbarra, tutti accusati di associazione mafiosa e, in particolar modo, di aver voluto riorganizzare la mafia agrigentina dopo gli arresti dei latitanti e capomafia Giuseppe Falsone a Marsiglia e Gerlandino Messina a Favara.
Tra le pene ridimensionate spicca quella di Stefano Marrella di Montallegro, la cui condanna è scesa da 20 anni a 12, per il quale è caduta l’accusa di essere stato il capo ed il promotore della nuova cosca. Gli è stato riconosciuto soltanto il ruolo di partecipe al sodalizio. Per tutti gli altri imputati è stata cassata l’aggravante del riciclaggio in seno all’associazione mafiosa.
La pena più alta – 15 anni di reclusione – è stata inflitta a Vincenzo Marrella, 65 anni, di Montallegro che ha avuto la pena ridotta di cinque anni. Dodici anni ciascuno sono stati inflitti ad Antonino Abate di Montevago; Stefano Marrella di Montallegro; l’omonimo Vincenzo Marrella, 46 anni, di Montallegro e Francesco Tortorici di Montallegro. Tutti loro, in primo grado, avevano avuto una condanna tra I 20 ed I 16 anni. Condanna ridotta pure per Antonino Grimaldi di Cattolica Eraclea: i giudici gli hanno inflitto 13 anni rispetto ai 16 del processo di primo grado.
Per gli altri, invece, condanne confermate. Si tratta di Carmelo Bruno e Roberto Carobene di Motta Santa Anastasia entrambi condannati a 4 anni; e Gaspare Nilo Secolonovo di Santa Margherita di Belice, condannati a 5 anni e 6 mesi.
Il primo grado si era concluso con la sentenza ad ottobre 2018.
Il processo scaturito dall’operazione antimafia Icaro, infine, ha già ultimato la fase del rito abbreviato con altre condanne.