È il flash mob “Faciemu scrusciu”, partito un post di denuncia e sdegno su Facebook per gli incendi dolosi sui Monti Iblei, da parte di una guida escursionista, che nel giro di pochi giorni ha fatto il giro del web, riportando l’attenzione sulla gravissima questione degli incendi dolosi in Sicilia.
Venerdì 7 maggio alle 18:00 le 100 associazioni di “Faciemu Scrusciu” si collegheranno virtualmente in un’unica grande manifestazione regionale, per trovare una soluzione concreta al problema degli incendi, superando l’ottica dell’emergenza e programmando una seria politica di contrasto di medio e lungo periodo.
In soli 5 anni sono andati in fumo quasi 112.000 ettari di bosco, quasi metà della superficie della provincia di Trapani.
Il flash mob – spiegano dall’organizzazione - è solo l’ultimo anello di un’azione cominciata 4 anni fa con la Marcia contro gli incendi allo Zingaro e la nascita del Coordinamento Salviamo i Boschi, che ha messo insieme diverse realtà organizzate per fare pressione su istituzioni, magistratura, media e società civile.
“Contiamo che tanti cittadini ci contattino per rendere quanto più rumoroso questo evento” - aggiunge Giuseppe Mazzotta, presidente del WWF Sicilia Area Mediterranea, una delle associazioni partecipanti.
Dopo gli ennesimi incendi alla riserva dello Zingaro e al bosco della Moarda sono state messe in campo varie iniziative – continuano dall’orgazzazione - tra cui una lettera aperta al Presidente Musumeci con 20 proposte operative e una raccolta di firme, sottoscritta da più di 43.000 cittadini e cittadine, per chiedere una riforma generale del settore forestale e l’istituzione di una specifica commissione d’inchiesta. A oggi però nessuna risposta e nessun cambio di passo – dichiarano. La stagione estiva non è ancora cominciata e si sono già verificati i primi incendi in alcune delle zone di maggior pregio ambientale dell’isola, come nelle Cave degli Iblei, il tutto mentre le procedure per la pulizia dei viali parafuoco e la messa in sicurezza, che dovrebbero concludersi per legge entro il 15 giugno, non sono neanche state avviate. Con l’incontro virtuale di venerdì, si spera, dunque, di smuovere qualcosa.