funzionale della chiesa di Santa Maria dello Spasimo di Sciacca (Ag). Ad annunciarlo il prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa e il soprintendente ai Beni culturali Michele Benfari. Il monumento cinquecentesco saccense è stato inserito in un elenco di beni situati in diversi comuni della provincia e già trasmesso al loro proprietario (il Fec, Fondo Edifici di Culto, che opera al ministero dell'Interno). I fondi da impegnare sono quelli del Pnrr. "Si potrà intervenire - ha detto il soprintendente Benfari - per il rifacimento della pavimentazione, il restauro degli apparati decorativi interni e delle opere d’arte mobili, nonché per rifare impianti e arredi". La chiesa dello Spasimo di Sciacca è stata riaperta la scorsa settimana dopo 60 anni, ed è uno dei 13 luoghi prescelti quest'anno da "Le vie dei Tesori" per le visite guidate, suscitando molto interesse tra i visitatori e nella stessa popolazione locale. A proposito della possibilità di restaurare questa ed altre chiese con l'intervento del Fec, il prefetto Cocciufa ha parlato di "importanti opportunità di recupero di monumenti, come lo Spasimo di Sciacca, di cui tutta la provincia di Agrigento è ricca". E la prefettura custodisce anche cinque dipinti che in passato si trovavano proprio all'interno della chiesa di Sciacca, tra i quali c'è "Lo Spasimo di Sicilia", la copia di Antonello Crescenzio detto Il Panormita (1467 – 1542), che riproduce la celebre opera di Raffaello, tuttora esposta al Prado di Madrid. Il sindaco di Sciacca Francesca Valenti ha commentato l'annuncio del finanziamento sottolineando che "questo progetto restituirà alla città un bene prestigioso che dunque potrà essere fruibile come luogo di cultura e di bellezza". Ieri all'interno dello Spasimo è stata inaugurata la mostra "Domus" di Franco Accursio Gulino, curata da Laura Anello ed Anthony Bentivegna. In esposizione 17 opere tra pitture ed installazioni sui temi della clandestinità urbana, le transumanze, la memoria e il dialogo tra culture diverse. "Io sono l'artista degli ultimi", ha detto Gulino.