dove ci si troverà catapultati all’indietro ai tempi dell’antica Akragas. Riapre al pubblico l’antico ipogeo Giacatello, chiuso da otto lunghi anni, il luogo da cui si dipartono gli antichi acquedotti. Si potrà scendere in profondità con l’aiuto degli speleologi di Agrigento Sotterranea e seguendo gli archeologi di CoopCulture per ritrovarsi in un ambiente perfettamente conservato, una vera opera di ingegneria idraulica totalmente scavata nel banco di roccia; un esempio antico di sostenibilità e di rispetto dei popoli del passato verso la terra e le sue risorse visto che da qui sotto si diramano i diversi acquedotti in uso all’epoca di Akràgas e Agrigentum. E’ un vasto ambiente quadrangolare, alto poco più di 2 metri, puntellato da 49 pilastri disposti su più file. Dalle dodici aperture del tetto, funzionavano i pozzi per prelevare l’acqua. Al suo interno confluisce, da nord ovest, un acquedotto, mentre dall’angolo di sud-est parte un cunicolo tortuoso che sfocia nel vicino torrente San Leone. Originariamente l’ipogeo Giacatello era una cisterna che apparteneva alla complessa rete di acquedotti di Akràgas che, secondo la tradizione, fu progettata dall’architetto Feace e realizzata sfruttando la manodopera dei prigionieri cartaginesi dopo la sconfitta di Himera (480 a.C.); con i romani, divenne un deposito di grano.
“Dopo il grande successo delle Giornate dell’Archeologia, un nuovo appuntamento per scoprire uno dei segreti meglio conservati della Valle dei Templi. Un luogo fra i più interessanti per la sua unicità: un nuovo percorso di visita che permetterà di scoprire la zona di Colle San Nicola, vero cuore pulsante delle attività religiose e civili della greca Akràgas e della romana Agrigentum. Il nuovo percorso verrà inaugurato domani, alle 17, per l’ccasione con una visita gratuita condotta dagli operatori archeologi di CoopCulture, che coinvolgerà gli speleologi dell’associazione Agrigento Sotterranea, giovani professionisti che dal 2014 si occupano della valorizzazione del patrimonio ipogeo.
“Aggiungiamo un nuovo tassello alle visite al Parco archeologico della Valle dei Templi – ha dichiarato il direttore Roberto Sciarratta – riconsegnando alla comunità agrigentina e ai turisti, un luogo straordinario chiuso da troppo tempo, che permette di raccontare il rapporto di grande rispetto che gli antichi avevano nei confronti della natura”.