di quella che all'epoca non si chiamava ancora Polizia penitenziaria. Lavorava all'ufficio matricola del carcere Cavallacci di Termini Imerese. Uomo delle istituzioni ligio al dovere, il 29 giugno del 1982 fu ucciso in un agguato mafioso voluto da Leoluca Bagarella (il cognato di Riina), che si vendicò perché Burrafato gli notificò, mentre era ancora rinchiuso, un'altra ordinanza di custodia cautelare, cosa che impedì al boss di potersi recare al funerale del padre. Glielo promise, Bagarella, che si sarebbe vendicato. Lo fece uccidere. La storia di Nino Burrafato è una delle tante storie di vittime innocenti dimenticate, che non hanno le luci dei riflettori e la solennità delle commemorazioni con i vertici dello Stato. A rinverdire la memoria ci pensa dunque il figlio Totò Burrafato, ex sindaco di Termini Imerese, che ieri nell'ambito della rassegna Restart che si è svolta al resort Bono Vacanze, ha presentato il suo libro dedicato alla tragedia del padre dal titolo "Tutta un'altra storia". Intervistato da Giuseppe Recca, ha parlato di quella tragedia e di come questa ne abbia segnato la vita a lui e al resto della sua famiglia. Insieme a Totò Burrafato anche l'ex procuratore capo della Repubblica, e cittadino onorario di Sciacca, Dino Petralia, ex capo del Dap.