il Consiglio Comunale di Agrigento ha approvato lo statuto della Fondazione Agrigento Capitale della Cultura 2025. E' ufficialmente questo il primo vero passo in avanti verso il grande evento che potrebbe rivelarsi il punto di svolta per un territorio fin troppo spesso abbandonato al proprio destino.
Quello di ieri sera, tuttavia, non è stato un consiglio comunale sereno. Sono stati registrati diversi momenti di tensione, sin dall'inizio della seduta, poiché sono state numerose e sostanziali le modifiche apportate al testo del regolamento di statuto presentate dalla Giunta in Consiglio. Tra queste: l'esclusione dal novero dei soci fondatori dell’Associazione “MeNo”; la riduzione del mandato che passa dal 2033 al 2028 e la nomina del direttore generale affidata al Cda.
Se da una parte c'è chi ha subito salutato favorevolmente le modifiche, dall'altra non sono mancate le critiche.
Soddisfatto, ad esempio, il deputato nazionale agrigentino, Calogero Pisano, che si congratula con il Consiglio comunale di Agrigento per l’approvazione dello Statuto della Fondazione. “Le forze di centrodestra che sostengono il sindaco Franco Miccichè hanno dimostrato – ha commentato Pisano - maturità e grande senso di responsabilità”, come auspicato dallo stesso deputato nei giorni scorsi.
Del parere contrario, invece, il gruppo consiliare della Democrazia Cristiana che esprime, oggi, in una nota, tutto il proprio dissenso rispetto a quello avvenuto ieri sera in consiglio comunale. “Ottimo lavoro del sindaco – ironizzano dalla DC - che esegue gli ordini superiori, creando un poltronificio, votato con il parere contrario dei revisori dei conti e con i soldi del Monopoli. La seduta parte con un’aula deserta per più di mezz’ora – spiegano dalla Dc - neanche il presidente del Consiglio ha avuto il garbo istituzionale di essere presente all’orario della convocazione, e ha proseguito con un alternarsi di Si e No in base ai firmatari, senza alcuna valutazione nel merito. Tra pareri tecnici che non vengono resi per motivazioni politiche, revisori assenti in aula, presidente del Consiglio non imparziale – dicono i consiglieri della Democrazia Cristiana – c’è tanto materiale per gli organi competenti. La macchina di Capitale della Cultura non è assolutamente partita per inefficienze di amministrazione, manca il bilancio. Il sindaco - conclude la Dc - esce sconfitto da uno statuto ribaltato come da nostre indicazioni e paralizzato dalla sua stessa maggioranza che prima di veder nascere la creatura pretende il bilancio”.
Fin qui la nota della Democrazia Cristiana. Sta di fatto che, alla fine, lo statuto della Fondazione Agrigento Capitale della Cultura 2025 è stato approvato dal Consiglio Comunale ed adesso dovrà passare al vaglio del Comune di Lampedusa e del Consorzio Universitario Empedocle che avranno, altresì, il compito di approvare o bocciare il testo.