la farsa scritta trent'anni fa dal compianto commediografo saccense Vincenzo Catanzaro, fondatore della Compagnia dell'isola, scomparso un anno fa, e riproposta con un cast capeggiato da Pippo D'Antoni, che della compagnia dell'isola è oggi il presidente. In scena la più esilarante delle commedie degli equivoci, con un ritmo incessante, con una recitazione in dialetto saccense, che ha molto divertito il pubblico presente. Ambientata nel 1960, la storia è quella di un prete che, impegnato nel tentativo di tenere a bada le sue due inquiete sorelle zitelle, si ritrova a dover ospitare un cugino americano. E così, tra scambi di persona e incomprensioni, quella che viene fuori è un'opera divertente, obiettivo centrato grazie al grande ritmo impresso alla messinscena. A dirigere gli attori è stato Salvatore Catanzaro, figlio di Vincenzo, che come in occasione del premio assegnato alla memoria del padre ha introdotto la serata. Alla fine applausi per tutto il cast. Sul palco come detto Pippo D'Antoni nei panni di don Carmelo, Marika Bilello e Silvia Curreri in quelli delle sorelle, Leonardo Turturici nei panni di Saverio il sagrestano, Giacomo Lo Cicero in quelli del dottor Martorio, Andrea Vaianella in quelli di Mìnicu e Franco Stuto in quelli di Peppino, il cugino americano che mette a soqquadro gli equilibri precari della famiglia.