Il testo si ispira liberamente al film “La ricotta”, adoperato come antefatto dell’azione che si immagina abbia inizio due giorni dopo l’ultima scena del film. La trama si sviluppa quindi in maniera autonoma, ambientata ai nostri giorni, in un contesto popolare palermitano. Stracci è un povero disgraziato, attore per caso, arruolato da una troupe cinematografica per il ruolo del “Ladrone Buono” in un film sulla Passione di Cristo e morto sulla croce durante le riprese, nell’indifferenza generale. In un’atmosfera irreale e onirica, il fantasma di Stracci, ignaro della sua condizione, sta appollaiato fra i resti di quel set abbandonato fra le croci e i fondali di tela. Lena, la moglie e Vita, la figlia, lo raggiungono, si siedono ai suoi piedi e dialogano con lui in maniera surreale.