Nel giovedì santo si ricordano sia l'istituzione dell'Eucarestia e del sacerdozio, sia la consegna ai discepoli del comandamento dell'amore.
In mattinata viene celebrata un' unica messa in tutta la diocesi, officiata dal vescovo, chiamata “messa crismale” perché durante la celebrazione vengono consacrati gli olii santi, cioè il crisma battesimale, l' olio dei catecumeni e l'olio degli infermi. Sempre durante la messa crismale vengono rinnovate le promesse effettuate dai presbiteri e dai diaconi al momento dell'Ordine sacro.
In ciascuna parrocchia, viene celebrata, poi, la messa in ricordo dell'ultima Cena del Signore, durante la quale viene rappresentata la lavanda dei piedi. E nel pomeriggio di oggi, come abbiamo anticipato ieri durante il nostro telegiornale, il cardinale ed arcivescovo della diocesi di Agrigento, Francesco Montenegro, ha scelto di celebrare la messa in “Coena Domini” alla casa circondariale di Sciacca, lavando i piedi a 12 detenuti, come farà il Papa, recandosi al carcere romano “Regina Coeli”.
È anche tradizione, durante il Giovedì Santo, addobbare gli altari delle parrocchie a ricordare i santi sepolcri. Tra gli addobbi tipici degli altari: i fiori bianchi, il pane, il vino, le spighe di grano, i rami d’ulivo: tutti simboli di vita a preannunciare la risurrezione di Cristo. I fedeli, in un personale pellegrinaggio spirituale, come si dice dalle nostre parti “girano le chiese”, solitamente, come vuole l'usanza, in numero dispari.
Domani sarà, invece, la volta della processione del Venerdì Santo, in cui verrà ricordata la Crociffisione di Gesù.