vicende della nave Hedia, scomparsa nel nulla nel Mediterraneo nel 1962, e del suo equipaggio, di cui faceva parte anche il marinario saccense Filippo Graffeo (nella foto, il primo a sinistra).
Il mercantile, finito in mezzo alla guerra franco-algerina di quegli anni, fu probabilmente sequestrato da unità navali francesi perché accusato di trasportare armi destinate ai rivoltosi algerini, sostenuti a quanto pare pure da Enrico Mattei, che aveva il sogno di rendere l'Italia indipendente dal punto di vista energetico. Sulle sorti dell'equipaggio è calato il segreto di Stato italiano e francese.
Il film, del regista Maurizio Costa, si è avvalso della collaborazione del nipote del marinaio scomparso, Accursio Graffeo: "Probabilmente mio zio e l'equipaggio fecero una brutta fine. Una volta rientrati in Italia, avrebbero potuto rivelare di essere stati sequestrati e raccontare tutto quello che avevano visto e sentito. Sono stati sacrificati. Per me sono degli eroi. Mio zio Filippo, quando si imbarcò su quella nave, aveva soltanto 19 anni, quindi vi lascio immaginare tutto il dolore provato in questi lunghi decenni da noi familiari per il fatto di non aver saputo più nulla di lui e della sua sorte".