di un auditorium all'interno della Chiesa di Santa Margherita di Sciacca (Agrigento), bene monumentale del quattordicesimo secolo, attiguo ad un più ampio complesso considerato tra i più pregiati e ricchi di opere d'arte al suo interno. Si tratta dello stesso palazzo individuato da una legge regionale del 1991 come "Museo regionale interdisciplinare" che, tuttavia, a distanza di quasi trent'anni, non ha ancora visto la luce. Adesso però siamo davanti ad una vera e propria svolta. Una conferma in tal senso giunge dallo stesso dirigente generale dell'assessorato regionale ai Beni culturali Sergio Alessandro, che definisce questi lavori "il primo importante passo per la valorizzazione dell'intero complesso monumentale, all'interno del quale troverà finalmente la sua collocazione il museo". Guarda già al futuro Museo Regionale di Sciacca anche il soprintendente ai Beni culturali di Agrigento Michele Benfari, il quale fa notare come qui potranno trovare spazio esposizioni di tipo diverso: dall'archeologia del territorio (grazie alla collezione di uno studioso locale, l'avvocato Primo Veneroso) ad una pinacoteca con un vasto elenco di opere di pittori e scultori locali celebri in tutta Italia (Mariano Rossi, Giovanni Portaluni, Michele Blasco, Gaspare Testone, Francesco Laurana). Attenzione specifica sarà rivolta anche all'esposizione di alcuni crocefissi quattrocenteschi e alla ceramica, che a Sciacca ha una storia antichissima, traendo origine nel periodo rinascimentale. Ma secondo Benfari, per concretizzare il progetto, servirà una "governance" con, in prima linea, i sindaci dell'intero comprensorio di Sciacca, ma anche le associazioni culturali, turistiche e imprenditoriali, nonché la stessa Università. "Solo questo organismo plurale - ha detto il soprintendente - potrà gestire il museo di Sciacca come un enorme distretto culturale, suggellando così la visione in tale direzione che fu del compianto Sebastiano Tusa". "Noi naturalmente faremo la nostra parte": questo il commento del sindaco di Sciacca Francesca Valenti, che dunque ha accolto l'invito di Benfari. Per il primo cittadino "il via libera al restauro del complesso di Santa Margherita è un passo in avanti fondamentale, che va verso la possibilità di permettere la fruizione pubblica di un patrimonio culturale, quello che la nostra città può vantare, di natura inestimabile".