Proveniente da Favignana è appena arrivato a Sciacca il "Regina d'Italia", il mega yacht di Dolce & Gabbana, nuovo di zecca: è stato infatti varato nel mese di giugno dal cantiere Codecasa di Viareggio.
Nato dalla collaborazione del cantiere nautico viareggino con lo studio di architettura M2Atelier di Milano, il varo è avvenuto con una cerimonia strettamente privata, alla presenza dei due stilisti-armatori e di pochi intimi.
Lungo 65 metri, contro i 51 del precedente, Regina d’Italia svetta per l’evoluzione tecnologica, per il design e per la sostenibilità ambientale. L’imponente imbarcazione, infatti, annovera un impianto di trattamento per le acque di sentina, un altro per le acque di zavorra e i liquami, una cella refrigerata per i rifiuti, oltre che olio biodegradabile negli astucci degli assi e nelle losche dei timoni.
Il Regina d’Italia, che batterà bandiera italiana, acquistato dai due stilisti attraverso una società di leasing, presenta ampi e comodi spazi collocati su 5 ponti per assicurare ad armatori e ospiti la massima vivibilità e privacy in tutti gli ambienti, sia esterni che interni. Tra le dotazioni ed i servizi presenti a bordo dello yacht, realizzato dal cantiere di Viareggio nel suo yard sul canale dei Navicelli a Pisa e poi ultimato nel porto della città del Carnevale, figurano 2 suite armatoriali, 4 cabine ospiti, una palestra e una piscina di ampie dimensioni (5 metri per 2) situata sul ponte Sole.
Si tratta di “una eccellenza nel vero senso della parola – commenta Ennio Buonomo, amministratore delegato di Codecasa – perché dopo il primo Regina d’Italia, che già fece palare molto di sé anni fa, ora abbiamo questa nuova barca che è veramente una novità sotto tutti i punti di vista”.
Equipaggiata da due motori Caterpillar da 2448 cavalli cadauno, può raggiungere la velocità massima di 17 nodi (circa 33 km/ora) a dislocamento leggero ed ha un’autonomia transatlantica di 5000 miglia (più di 9mila chilometri) a 12 nodi.
Lunghezza fuori tutto: 65,00 metri
Larghezza massima: 11,20 metri
Immersione massima: 3,80 metri ca.
Scafo: acciaio ad elevata resistenza AH 36
Sovrastruttura: alluminio 5083 H111/H321
Classifica: Lloyd’s Register EMEA ✠100 A1, SSC “YACHT” MONO G6 ✠LMC+UMS – LY3 full Compliance – RINA C ✠ Hull; ✠Mach;Y; Unrestricted Service
Dislocamento a pieno carico: 950 tonnellate ca.
Motori principali: 2 Caterpillar 3516C (1825 kW / 2448 hp @ 1600 rpm)
Stabilizzatori: NAIAD DYNAMICS Zero Speed
Generatori: 2 x Caterpillar C9.3 da 205 kW + 1 Caterpillar C7.1 da 150 kW
1 Caterpillar C7.1 da 111kW (Generatore Emergenza)
Eliche: 2 DETRA a 6 pale fisse – Classe “S”
Velocità massima a dislocamento di mezzo carico: 17 nodi
Autonomia: 5.000 miglia @ 12 nodi
Capacità gasolio: 160.000 litri
Capacità acqua dolce: 35.000 litri
Suite armatoriali: 2
Cabine ospiti: 4
Cabine equipaggio: 1 cabina comandante, 1 cabina direttore di macchina, 7 cabine a due letti
E’ ritenuto uno dei più importanti festival in Italia per la valorizzazione dei beni culturali.
Annata record, quella appena conclusa,
“Francesca Valenti cominci a fare la sindaca”
Non è una frase nuova quella che arriva dai 5 Stelle e, in particolare, dal parlamentare saccense Matteo Mangiacavallo. L’ennesimo richiamo è legato però alla campagna social intrapresanelle ultime settimane dal sindaco di Sciacca che mira ovviamente a dare risalto alle iniziative portate avanti dalla sua amministrazione ma che, a onor del vero, tanti commenti non proprio positivi sta generando da parte di quanti ritengono che nella pulizia di una via o di una zona della città non vi sia nulla di eccezionale. Questa mattina, con il consueto #BUONGIORNO SCIACCA, Francesca Valenti ha invitato i deputati regionali( i maschietti) dopo che sulla vienda è intervenuta Margherita La Rocca Ruvolo, ad attenzionare la questione biodigestore come problematica per l’intero territorio, non solo per Sciacca.
Il richiamo ai maschietti ha generato la piccata reazione di Matteo Mangiacavallo che si è affrettato a precisare di seguire la questione My Ethanol fin da principio, partecipando anche agli incontri col comitato Scunchipani . Il M5S è stato sempre presente coi suoi rappresentanti locali, ha aggiunto, evidenziando poi come l’impianto abbia ottenuto le autorizzazioni da parte del Comune di Sciacca e del Libero Consorzio di Agrigento, passate sotto il naso del sindaco che aveva promesso mari e monti per bloccarlo ma che, ad oggi, è riuscita soltanto a spendere migliaia di euro di soldi pubblici per una “super” consulenza”.
“Piuttosto che inventarsi una raccolta firme da attivista da partito ambientalista - conclude il deputato regionale saccense - se è convinta della relazione che ha chiesto, emetta un'ordinanza a tutela preventiva della salute dei cittadini, revochi in autotutela il provvedimento del Comune, o ne chieda la revoca al TAR. Faccia qualcosa da sindaco, chiosa Mangiacavallo mentre io continuo a fare il deputato regionale.