"Verrà aperta lunedì mattina l’Area Triage dell’Ospedale di Sciacca".
“Stranamente non abbiamo mai avuto più informazioni di adesso, eppure continuiamo a non sapere cosa succede”. Sulla sua pagina Facebook Francesca Valenti cita Papa Francesco per polemizzare apertamente con il vertice dell'Asp, pare di capire anche con la stessa attuale direzione medica dell'ospedale "Giovanni Paolo II" di Sciacca. Nel suo post, infatti, il sindaco si domanda se per Sciacca i vertici sanitari, regionali e provinciali, abbiano risolto o meno il problema dei dispositivi di protezione individuale e, infine, ricorrendo alla più amara delle ironie possibili, chiede anche se i dispositivi possano essere sostituiti dai bavagli per giornalisti, sindaci, medici e operatori (chiaro il riferimento della Valenti alle diffide della direzione dell'Asp ai propri dipendenti a manifestare insofferenza ma anche solo opinioni coi cronisti).
Un primo cittadino che, dunque, attacca ormai apertamente. Ha iniziato a farlo ieri, dopo la sua lettera al presidente Musumeci, sempre su Facebook dove aveva postato (senza commento) l'articolo 21 della Costituzione, quello che garantisce il diritto del cittadino a manifestare liberamente le proprie opinioni, e l'articolo 32, quello che stabilisce come la Repubblica tuteli la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. È di tutta evidenza come, sullo sfondo della rabbia del sindaco, ci sia la questione della sostanziale trasformazione del "Giovanni Paolo II" in un Covid Hospital, con in prospettiva un numero di posti letto per pazienti contagiati da coronavirus considerato spropositato, generatore del pericolo che chi dovesse avere bisogno dell'ospedale per qualsiasi ragione rischi di venire contagiato. Probabilmente ha ricevuto qualche rimbrotto da Palermo, o forse soltanto da qualche suo collega sindaco, per quanto dichiarato in merito al futuro dell'ospedale di Sciacca, il che spiegherebbe il suo ricorso a ricordare l'articolo 21 della Costituzione.
Oggi sul tema ospedale intervengono i consiglieri del Centrodestra di Sciacca. Anche loro si dicono contrari all'ubicazione di posti letto anti Covid all'ospedale, evidenziando come sarebbe stato più opportuno utilizzare strutture dedicate. Pasquale Bentivegna, Calogero Bono, Silvio Caracappa, Gaetano Cognata, Lorenzo Maglienti, Giuseppe Milioti, Salvatore Monte e Carmela Santangelo invocano procedure d’urgenza, rapide e in deroga alle norme. Consiglieri i quali precisano di avere osservato quello che definiscono "un religioso silenzio nel rispetto di chi oggi vive il dramma in prima linea, dei sanitari e delle forze dell'ordine", ma che ora non possono stare zitti di fronte alle notizie che arrivano dai piani alti della politica e dell’Asp che prevedono l’inserimento di posti covid-19 all’interno del nostro ospedale. Fanno notare, i consiglieri del Centrodestra, che le esperienze vissute in altri paesi d’Italia dimostrano che questa non può essere la soluzione al problema, e dunque respingono presunte impostazioni campanilistiche.
Evidenziano inoltre come sia tuttora in atto la fase di focolai ospedalieri, che non consentono di garantire l’eliminazione delle fonti di infezioni. "Non capiamo - osservano Bentivegna, Bono, Caracappa, Cognata, Maglienti, Milioti, Monte e Santangelo - come si possa pensare ad una soluzione del genere, in un momento in cui il nostro personale sanitario addirittura non ha ancora l’attrezzatura base per fronteggiare l’emergenza in atto".
Anche il Centrodestra di Sciacca ritiene che vanno limitati i focolai, che i positivi al Coronavirus vanno concentrati in singole strutture e non vanno ripartiti in diverse strutture anche per evitare anche la dispersione di risorse umane ed economiche, garantendo la sicurezza del personale e senza il rischio che i pazienti affetti dalla stessa patologia possano trasmettere la patologia. Considerano inaccettabile, i consiglieri comunali di opposizione, che vengano prese decisioni che possono arrecare danni definiti "devastanti" alla comunità di Sciacca. Insomma: la politica di Sciacca ha trovato nel futuro dell'ospedale un elemento di unità della sua classe dirigente, oltre gli steccati della maggioranza e dell'opposizione.
È morto la notte scorsa l'anziano menfitano che nelle scorse settimane era stato tra i ricoverati all'ospedale di Sciacca,
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