È stato il carro Andiamo a Comandare dell'associazione Archimede ad aggiudicarsi il concorso dei carri allegorici per l'edizione del Carnevale 2019 che si è conclusa martedì notte. Ieri sera nell'atrio superiore del comune di Sciacca sono state aperte le buste dei singoli giurati sulle varie voci. La sommatoria finale ha premiato il carro raffigurante l'allegoria piratesca con 227 punti, due in più di quelli ottenuti dal carro “Guardami negli occhi”, quattro in più del carro “La Bufala non è vero ma ci credo”. Alla lettura del verdetto non sono mancate le contestazioni per un risultato probabilmente inatteso ma che, come tutti i responsi di una giuria, va naturalmente rispettato. Più staccato con 211 punti il carro “Fiori d'Arancio”, mentre ultimo si è classificato “Andate a quel paese” dell'associazione Nuova Arte 96.
A livello di graduatorie sulle singole voci il carro vincitore si è aggiudicato solo il premio come miglior inno. A Guardami negli occhi dell'associazione La Nuova Isola sono andati invece i premi parziali rispettivamente come migliori movimenti e migliore illuminazione. Il premio come miglior copione è andato ex aequo a “Fiori d'Arancio” dell'associazione Saranno Famosi e “La Bufala Non è vero ma ci credo” dell'associazione E ora li femmi tu. Dividono il premio, dunque, i pluripremiati autori Lorenzo Raso e Pippo Graffeo. La Bufala si è aggiudicato il premio anche come miglior gruppo.Per i carri di fascia B il primo posto è andato al minicarro “Ma chi sushi” dell'associazione La nuova avventura. A seguire “o bella ciao” del comitato la nuova idea.
È morto all'età di 68 anni Antonino Scaturro,
La Corte d'appello ha assolto "per non aver commesso il fatto" Gianni Melluso, originario di Sciacca e noto negli anni Ottanta come "Gianni il bello". L'uomo, già in carcere per l'omicidio e altre condanne, si era visto infliggere l'ergastolo dalla corte d'Assise di Trapani per l'omicidio della donna italo-elvetica Sabine Maccarrone, uccisa nell'aprile 2007 e ritrovata in un pozzo nelle campagne di Mazara del Vallo.
L'imputato, che fu uno dei grandi accusatori di Enzo Tortora, era stato tirato in ballo per il delitto da Giuseppe D'Assaro, un pregiudicato che fece e poi ritrattò dichiarazioni sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone, di cui si sono perse le tracce a Mazara del Vallo il 1° settembre del 2004. Per l'omicidio Maccarrone, D'Assaro è già stato condannato a 30 anni di carcere.
D'Assaro si autoaccusò dell'omicidio e indicò come mandante Gianni Melluso che aveva conosciuto in carcere. A difendere Melluso è stato l'avvocato Carmelo Carrara. "Sapremo a breve - dice il legale di "Gianni il bello" - se viene subito scarcerato".
Il presidente dell'URBAN CENTER di Sciacca Dino Tanto denuncia