Sono entrate in vigore oggi a seguito dell’ordinanza del presidente della Regione, Nello Musumeci, e saranno valide fino al prossimo 31 dicembre.
La novità principale riguarda l’obbligo della mascherina anche all’aperto. Era già prevista sempre con ordinanza di Musumeci nei luoghi particolarmente affollati, ma da oggi la mascherina si dovrà indossare in tutti i luoghi pubblici e aperti al pubblico. Una disposizione cui dovranno attenersi tutti i cittadini con età superiore ai 12 anni. Non solo la mascherina, la nuova ordinanza del presidente Musumeci estende l'obbligo di tampone nei porti e aeroporti siciliani ai passeggeri che arrivano dalla Repubblica del Sudafrica, Hong Kong, Israele, Egitto e Turchia. Il controllo era già previsto per chi proviene, o nei 14 giorni precedenti alla partenza ha soggiornato o transitato, da Gran Bretagna, Germania, Stati Uniti, Malta, Portogallo, Spagna, Francia, Grecia, Paesi Bassi.
I passeggeri in arrivo da Paesi per i quali non è previsto il tampone obbligatorio potranno comunque richiedere di essere sottoposti al test direttamente presso lo scalo e a titolo gratuito.
L'ordinanza punta, inoltre, ad assicurare un'adeguata sorveglianza epidemiologica in tutte le province dell'Isola. Per farlo, il Dipartimento per la pianificazione strategica e il Dipartimento per le attività sanitarie e osservatorio epidemiologico eseguiranno una ricognizione dei laboratori siciliani in grado di sequenziare le varianti del virus e ne coordineranno l'attività, con l'obiettivo di aumentare progressivamente il numero dei tamponi sequenziati in Sicilia. Infine, sono previste nove disposizioni per i migranti
che raggiungono il territorio siciliano. Al termine del periodo di quarantena saranno sottoposti all'obbligo del tampone molecolare.
Anche in Sicilia e per la quinta settimana consecutiva prosegue la crescita della curva epidemica. Nella settimana 22-28 novembre, si è avuto un aumento di 839 nuovi casi raggiungendo il valore di 96 contagi su 100.000 abitanti. Le province con i numeri più elevati restano Messina, Catania e Siracusa. Queste tre province, da sole, rappresentano oltre la metà (57%) dei nuovi casi registrati nell'Isola. Se il valore medio è inferiore a 100 casi su 100.000 abitanti, diversi comuni siciliani superano i 250 casi per 100.000 abitanti e rischiano restrizioni, anche in rapporto alla percentuale di vaccinati e ai ricoveri. In provincia di Agrigento è il caso di San Giovanni Gemini.
Confermato anche il trend della settimana scorsa, che vede tra i soggetti più colpiti dal virus quelli appartenenti alle fasce d’età scolare, e in particolare i ragazzi tra 11 e 13 anni (con un'incidenza 2,4 volte più alta rispetto alla media), tra i 6 e i 10 anni (23% di rischio in più) e tra i 3 e i 5 anni. Per i bambini dai 5 agli 11 anni giusto ieri sera è arrivato anche il via libera dell’Aifa, agenzia Italiana del farmaco, al vaccino anti covid. Tornando ai dati epidemiologici della Sicilia nell’ultima settimana, nonostante siano aumentati i contagi, continuano a calare le ospedalizzazioni, 151 in meno rispetto alla settimana precedente, che riguardano prevalentemente soggetti non vaccinati o con ciclo di vaccinazione incompleto.
Nel dettaglio, in area medica i ricoverati non vaccinati rappresentano il 76,5%, in terapia intensiva il 75,7%. A proposito di vaccinazioni, la settimana dal 24 al 30 novembre è quella che ha registrato un boom delle terze dosi (+81% rispetto alla settimana precedente) ma anche un incremento del 30% di prime dosi.