l'INPS avrebbe pianificato la soppressione dei centri medici legali territoriali, tra cui anche quello di Sciacca. Questa la possibilità che porterebbe alla cessazione di un altro importante servizio in città e per il territorio.
Della vicenda si sono già interessate le associazioni Cittadinanzattiva, Tribunale per i diritti del Malato e Procuratori dei cittadini. Inoltre il sindaco di Sciacca Francesca Valenti, lo scorso 20 marzo, ha inviato nota ai vertici nazionali e regionali di Inps per chiedere che tale decisione venga rivista. Il centro medico legale di Sciacca – scrive il sindaco – ha caratteristiche tali da poter essere considerato una sede centrale a tutti gli effetti. E' infatti da sempre un imprescindibile punto di riferimento di una vasta area a cavallo tra le province di Agrigento, Trapani e Palermo, servendo decine di comuni con migliaia di cittadini impossibilitati ad affrontare lunghi tratti di strada per raggiungere eventuali altri sedi.
E' auspicabile – sottolinea Francesca Valenti – che l'INPS tenga conto delle peculiarità del centro medico legale di Sciacca, ne riconosca l'importanza strategica e la funzione insostituibile e ne salvaguardi per oggi e per il futuro l'esistenza e l'operatività. E' chiaro che la presenza delle Commissioni mediche sul territorio eviterebbero a molti di doversi recare alla sede di Agrigento e risultano di fondamentale importanza per l'accertamento dell'invalidità civile. Fino ad oggi le ASP hanno mantenuto a Sciacca sia l'attività sanitaria finalizzata alla diagnosi e cura dei cittadini sia quella medico legale finalizzata alle visite per il riconoscimento di prestazioni importanti come la legge 104, l'assegno di invalidità, l'indennità di accompagnamento e il riconoscimento di ausili e protesi. Tutto questo rischia di saltare se l'INPS porterà fino in fondo la propria idea di concentrare le attività mediche nelle soli sedi dei capoluoghi di provincia.
Con l'aumento delle malattie degenerative – scrivono Cittadinanzattiva, TDM e Procuratori dei Cittadini – è inconcepibile che tanti cittadini debbano essere sottoposti a questi disagi e sofferenze, costringendoli a percorrere strade impraticabili e con mezzi pubblici insufficienti. Chiediamo pertanto che l'Istituto riveda i criteri di riorganizzazione.