Uno degli ultimi (incredibili) episodi legati alle discusse prenotazioni per la vaccinazione di soggetti ultraottantenni sulla piattaforma che la Regione Siciliana ha organizzato in collaborazione con Poste Italiane, riguarda la figlia di una signora di 84 anni di Sciacca che si è vista accordare dal sistema un appuntamento già per la prossima settimana, ma presso il presidio sanitario di Favignana. Siamo di fronte, evidentemente, all'ennesimo esempio di un sistema che naturalmente non funziona e non può funzionare certamente in questo modo. Solo l'ultimo episodio di vaccinazioni a saccensi accordate per Licata o a Palermo o a caltabellottesi che si sono visti indicare per la vaccinazione l'ospedale di Canicattì.
L'assessorato regionale alla Salute finalmente si è reso conto che non si può andare avanti così e sta cercando di correre ai ripari. Ad annunciarlo è stato il commissario straordinario per l'emergenza Covid a Palermo Renato Costa. L'orientamento sembra quello di accordarsi con i medici di famiglia. L'obiettivo è quello di coinvolgerli nella somministrazione dei vaccini, gestendo la fase in questione o direttamente nel proprio ambulatorio o presso il domicilio dei pazienti. Da almeno una settimana c'è una trattativa in corso, che ancora non ha visto il raggiungimento di una intesa. Certo bisognava prevedere che il problema della vaccinazione di anziani in difficoltà anche deambulatorie non potesse essere risolto solo attraverso la piattaforma regionale.
Ma non finisce qui. Si attende ancora comunque adesso anche l'organizzazione di aree adeguate per la inoculazione delle singole dosi. Sempre confidando nel fatto che le forniture necessarie delle dosi vaccinali avvengano con le quantità necessarie, anche se questo non è certamente un problema che interessa solo la Sicilia ma l'Europa intera. A Palermo si è fatto già ricorso ai padiglioni della Fiera del Mediterraneo. Adesso la stessa cosa bisognerà fare anche negli altri capoluoghi di provincia. Ma se si vuole essere puntuali con la vaccinazione di massa bisogna fare di più. In tutti i comuni (e perfino nelle frazioni) c'è almeno una guardia medica o un presidio territoriale di emergenza. Sono strutture che non possono non essere prese in considerazione per quella che, se si vuole sconfiggere il Covid, dovrà essere giocoforza una vaccinazione di massa, quella che dovrà farsi dopo gli anziani e le categorie protette, perché di questo passo per superare le restrizioni non saranno sufficienti nemmeno anni. E nel frattempo la gente è stanca e l'economia muore.
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