La lotta agli incivili che abbandonano i rifiuti per strada
"La situazione è ormai ingovernabile". A parlare così stamattina nel corso della conferenza stampa convocata prima di partire per Palermo per un nuovo incontro con Nello Musumeci e Alberto Pierobon, è stata Francesca Valenti. Il sindaco di Sciacca ha fatto ancora una volta il punto della situazione, dall'emergenza delle discariche abusive all'inciviltà di chi abbandona i rifiuti per strada. Aspetto, quest'ultimo, che, tuttavia, si scontra con il problema assolutamente oggettivo di un servizio che non riesce più ad essere costante a fronte di un'indisponibilità sempre più preoccupante di impianti disponibili per il regolare conferimento dei rifiuti.
L'ultima soluzione trovata dal primo cittadino è stata quella della sua firma apposta su di un'ordinanza indifferibile e urgente per il trasferimento dell'indifferenziata alla discarica privata Traina di Cammarata. Ordinanza possibile solo dopo avere ottenuto la disponibilità del proprietario di un impianto che, tuttavia, non è certamente un pozzo senza fondo, nel senso che prima o poi anche questa soluzione rischia di non essere più percorribile. Si cerca adesso di avere la disponibilità di una stazione di trasferenza dove far sostare i rifiuti in attesa che l'impianto di lavorazione di Santa Maria riesca a smaltire la spazzatura raccolta. Un problema, quello del mancato regolare smaltimento, che è alla base delle ormai periodiche e tristemente puntuali sospensioni del servizio settimanale. E dire che l'estate 2020 è atipica, con una concentrazione di visitatori sicuramente inferiore rispetto al passato. Eppure la gestione del ciclo dei rifiuti è a dir poco drammatica, per dirla con il sindaco Valenti.
Tanto più che sulla necessità di adeguare gli impianti già esistenti (dal centro di compostaggio di Santa Maria alla discarica di Saraceno Salinella) l'amministrazione comunale di Sciacca ha cercato stamattina di fare passare il messaggio di essere solo uno degli attori in campo, in un ambito nel quale tutti gli organismi (Comune, Sogeir, Sogeir Impianti, SRR e Dipartimento regionale acqua e rifiuti) si stanno distinguendo solo per un rimpallo di responsabilità sempre più preoccupante, in una sorta di corto circuito burocratico ormai fuori controllo, nel quale non si capisce più "chi" debba fare "cosa".
Sindaco che, sulle zone periferiche che continuamente si trasformano in ricettacoli di spazzatura, ha insistito sull'ipotesi di un "complotto" che sarebbe stato organizzato e ordito non si sa da chi allo scopo, evidentemente, di danneggiare l'immagine di Sciacca, in una situazione di ordine generale nella quale è stato assodato come, nelle zone periferiche di Sciacca, vengano a conferire anche dagli altri comuni. Quello che è venuto fuori dalla conferenza stampa di stamattina è che al momento non ci sono soluzioni all'orizzonte, che l'emergenza viene affrontata giorno dopo giorno (le ordinanze indifferibili e urgenti si fanno se si possono fare), che si procederà con l'entrata in funzione delle telecamere per cercare di scovare gli incivili, pur nella consapevolezza che la questione dell'emergenza ormai va ben aldilà del problema degli incivili, se si pensa che non è accettabile che le persone che hanno un po' di senso civico siano costrette a conservare i sacchetti con i propri rifiuti umidi all'interno dei frigoriferi.
A nessuno interessano i beni della Regione.
In attesa che la gestione dell'acqua torni ad essere pubblica (e si nota come questo procedimento, aldilà dei desiderata annunciati sia particolarmente tortuoso), l'Assemblea Territoriale Idrica di Agrigento ha recepito, lo scorso giugno, una delibera dell'Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente risalente al 2017. Il provvedimento in questione sancisce un nuovo sistema tariffario idrico che prevede una fascia unica di consumo basata sul numero dei componenti del nucleo familiare, e non più tariffe calcolate su tre fasce distinte. Il nuovo sistema tariffario idrico sarà applicato retroattivamente, già a partire dal primo agosto 2018.
A segnalare il fatto alla nostra emittente è stato un telespettatore, che si chiama Dario Lucenti, e che si è premurato di scrivere una lettera al presidente e ai componenti dell'ARERA (l'autorità in questione), facendo notare che il ritardo da parte dell'ATI nel recepimento del nuovo sistema tariffario (che arriva dopo oltre tre anni) rischia di generare un impatto nelle famiglie che il signor Lucenti definisce “catastrofico” sull'importo delle prossime bollette di conguaglio.
Nel fare un resoconto dettagliato dei fatti che hanno visto Girgenti Acque destinataria dell'interdittiva antimafia, il cittadino invoca così nei confronti dell'Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente una funzione di difesa dei consumatori, attraverso una deroga al nuovo sistema tariffario imposto agli utenti, al fine di consentire, di fronte ad una gestione del Servizio Idrico Integrato che in provincia di Agrigento è assolutamente atipica, almeno un processo di gradualità e di progressività dei ricalcoli, che vengano spalmati nel tempo, garantendo in tal modo una transizione morbida in termini di impatto di spesa. Sullo sfondo c'è una realtà tutta da regolarizzare, con troppe utenze idriche sprovviste di misuratore in larga parte del territorio provinciale, i cui titolari pagano un corrispettivo simbolico per i servizi di acqua, fognatura e depurazione, così come c'è ancora una larghissima quota di utenze non volturate, intestate ad anziani deceduti, che però alimentano nuclei familiari anagraficamente con un solo componente mentre, invece, quella utenza corrisponde ad un servizio erogato a famiglie numerose. Insomma: si rischia una sperequazione incalcolabile. Il ricalcolo tariffario rischia così di trasformarsi in una vera e propria batosta, tanto più che di questi cambiamenti tariffari non era stata data notizia. Al presidente dell' Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente il signor Lucenti chiede di dare il tempo agli utenti per effettuare gli aggiustamenti e gli aggiornamenti presso il proprio comune di residenza, al fine di rientrare in un inquadramento tariffario che sia corretto, rendendo la nuova articolazione tariffaria socialmente equa e calmierata.