Sono 1.774 i pazienti risultati positivi al coronavirus in Sicilia e 104 sono i guariti.
Siamo vicini alla famiglia. Con queste parole Marilena Mauceri oggi sulla pagina Facebook del comune di Menfi ha commentato la morte, avvenuta la notte scorsa, dell'anziano menfitano che nelle scorse settimane era stato tra i ricoverati all'ospedale di Sciacca,
dove verosimilmente era stato contagiato dal Covid 19. Sindaco Mauceri che ha poi ribadito, semmai ce ne fosse ancora bisogno, la necessità da parte di tutti di continuare a osservare le misure di contenimento del Covid 19. I familiari dell'anziano deceduto sono tuttora in quarantena, sono per fortuna asintomatici. Poi la Mauceri ha fornito l'esito dei tamponi praticati ad alcune delle persone scese dal nord nelle settimane scorse. L'anziano deceduto a Menfi è una delle dieci vittime che si sono registrate nelle ultime 24 ore. Lo rivela il report giornaliero della Regione siciliana riferito alle 17 di oggi. Il numero di morti dall'inizio dell'emergenza è dunque salito a 111. 73 i casi positivi in più, che dunque salgono a 1.726; 95 i pazienti già guariti. Dall'inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 19.896; sono ricoverati 627 pazienti (19 in più rispetto a ieri), di cui 74 in terapia intensiva (uno in più rispetto a 24 ore fa) mentre sono 1.099 i soggetti in isolamento domiciliare e 95 le persone guarite. In provincia di Agrigento il numero di persone risultate positive ai tamponi sale a 99. In attesa di conoscere la suddivisione di casi positivi al Covid 19 comune per comune, gli esperti dicono che quella che viene fuori è una situazione che in Sicilia continua a sembrare gestibile, soprattutto se confrontata con l'inferno delle province lombarde. Tuttavia, se qualcuno si illudesse ritenendo che sia possibile allentare la tensione, commetterebbe un grave errore. E si inquadra sicuramente in questo ambito l'atteggiamento del presidente della Regione Nello Musumeci, che giusto ieri, al termine del confronto in videoconferenza tra Governo e Regioni, ha ottenuto il via libera alla facoltà di prorogare, anche con restrizioni ulteriori, le ordinanze in vigore almeno fino al 13 aprile, ma dal 14 in poi le misure contro la diffusione del Coronavirus dovranno essere uguali su tutto il territorio italiano. Lunedì 13, giorno di Pasquetta, Musumeci gli esercizi commerciali saranno tutti chiusi. Il Governatore ha invocato al tempo stesso maggiori controlli da parte delle forze dell'ordine nei centri abitati per fare rispettare quei divieti che tanta gente, sicuramente troppa, continua a non osservare, incurante dei rischi. Ma tra i temi sul tappeto ci sono anche quelli economici, con gli occhi puntati a quando l'emergenza sarà cessata. La Regione ha bisogno di rifare la legge di Bilancio con nuove misure in favore del tessuto economico produttivo e delle famiglie più disagiate, e in tale direzione il presidente Conte ha assunto ulteriori impegni. I comuni, dal canto loro, sono alle prese con la gestione dei buoni spesa, con una richiesta che purtroppo non fa altro che confermare la situazione di emergenza nella quale, l'attuale condizione di improduttività, si trovano diverse persone.
"Verrà aperta lunedì mattina l’Area Triage dell’Ospedale di Sciacca".
“Stranamente non abbiamo mai avuto più informazioni di adesso, eppure continuiamo a non sapere cosa succede”. Sulla sua pagina Facebook Francesca Valenti cita Papa Francesco per polemizzare apertamente con il vertice dell'Asp, pare di capire anche con la stessa attuale direzione medica dell'ospedale "Giovanni Paolo II" di Sciacca. Nel suo post, infatti, il sindaco si domanda se per Sciacca i vertici sanitari, regionali e provinciali, abbiano risolto o meno il problema dei dispositivi di protezione individuale e, infine, ricorrendo alla più amara delle ironie possibili, chiede anche se i dispositivi possano essere sostituiti dai bavagli per giornalisti, sindaci, medici e operatori (chiaro il riferimento della Valenti alle diffide della direzione dell'Asp ai propri dipendenti a manifestare insofferenza ma anche solo opinioni coi cronisti).
Un primo cittadino che, dunque, attacca ormai apertamente. Ha iniziato a farlo ieri, dopo la sua lettera al presidente Musumeci, sempre su Facebook dove aveva postato (senza commento) l'articolo 21 della Costituzione, quello che garantisce il diritto del cittadino a manifestare liberamente le proprie opinioni, e l'articolo 32, quello che stabilisce come la Repubblica tuteli la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. È di tutta evidenza come, sullo sfondo della rabbia del sindaco, ci sia la questione della sostanziale trasformazione del "Giovanni Paolo II" in un Covid Hospital, con in prospettiva un numero di posti letto per pazienti contagiati da coronavirus considerato spropositato, generatore del pericolo che chi dovesse avere bisogno dell'ospedale per qualsiasi ragione rischi di venire contagiato. Probabilmente ha ricevuto qualche rimbrotto da Palermo, o forse soltanto da qualche suo collega sindaco, per quanto dichiarato in merito al futuro dell'ospedale di Sciacca, il che spiegherebbe il suo ricorso a ricordare l'articolo 21 della Costituzione.
Oggi sul tema ospedale intervengono i consiglieri del Centrodestra di Sciacca. Anche loro si dicono contrari all'ubicazione di posti letto anti Covid all'ospedale, evidenziando come sarebbe stato più opportuno utilizzare strutture dedicate. Pasquale Bentivegna, Calogero Bono, Silvio Caracappa, Gaetano Cognata, Lorenzo Maglienti, Giuseppe Milioti, Salvatore Monte e Carmela Santangelo invocano procedure d’urgenza, rapide e in deroga alle norme. Consiglieri i quali precisano di avere osservato quello che definiscono "un religioso silenzio nel rispetto di chi oggi vive il dramma in prima linea, dei sanitari e delle forze dell'ordine", ma che ora non possono stare zitti di fronte alle notizie che arrivano dai piani alti della politica e dell’Asp che prevedono l’inserimento di posti covid-19 all’interno del nostro ospedale. Fanno notare, i consiglieri del Centrodestra, che le esperienze vissute in altri paesi d’Italia dimostrano che questa non può essere la soluzione al problema, e dunque respingono presunte impostazioni campanilistiche.
Evidenziano inoltre come sia tuttora in atto la fase di focolai ospedalieri, che non consentono di garantire l’eliminazione delle fonti di infezioni. "Non capiamo - osservano Bentivegna, Bono, Caracappa, Cognata, Maglienti, Milioti, Monte e Santangelo - come si possa pensare ad una soluzione del genere, in un momento in cui il nostro personale sanitario addirittura non ha ancora l’attrezzatura base per fronteggiare l’emergenza in atto".
Anche il Centrodestra di Sciacca ritiene che vanno limitati i focolai, che i positivi al Coronavirus vanno concentrati in singole strutture e non vanno ripartiti in diverse strutture anche per evitare anche la dispersione di risorse umane ed economiche, garantendo la sicurezza del personale e senza il rischio che i pazienti affetti dalla stessa patologia possano trasmettere la patologia. Considerano inaccettabile, i consiglieri comunali di opposizione, che vengano prese decisioni che possono arrecare danni definiti "devastanti" alla comunità di Sciacca. Insomma: la politica di Sciacca ha trovato nel futuro dell'ospedale un elemento di unità della sua classe dirigente, oltre gli steccati della maggioranza e dell'opposizione.